News
“AFFITTI BREVI, SALVINI RASSICURA: «NON CI SARÀ LA NUOVA CEDOLARE AL 26%». IL CONFRONTO DELLE TASSE CON I CONTRATTI TRADIZIONALI”
Grazie a Massimiliano Jattoni Dall’Asén per il Corriere della Sera
L’aumento di 5 punti dell’aliquota della cedolare può essere cancellato nel testo o in Parlamento. Il rischio è far diminuire le case disponibili e incrementare i canoni di quelle sul mercato. Rassicurazioni in questa direzione sono arrivate anche dal vice premier Matteo Salvini per il quale l’aumento della tassazione «non ci sarà. O alla base (del testo ndr) o in Parlamento verrà cancellato».
Negli ultimi anni le locazioni brevi sono diventate una valvola di flessibilità per chi non può o non vuole impegnarsi in un contratto tradizionale.
Un segmento che, secondo il Centro Studi Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi – AIGAB vale oltre 8,2 miliardi di euro di canoni diretti e genera un indotto complessivo di 32,9 miliardi, coinvolgendo circa 30 mila operatori e 150 mila lavoratori. Un’economia parallela, ma regolare, fatta di piccoli proprietari: il 96% delle case promosse online appartiene a privati che spesso affittano per integrare redditi stagnanti o per coprire le spese di immobili ereditati.
L’effetto «aumento dei canoni» e calo degli immobili sul mercato Con la cedolare secca al 26%, però, l’equilibrio rischia di spezzarsi. «Si tratta di un incremento di 5 punti percentuali», spiega il presidente di Aigab, Marco Celani , «che per un proprietario che incassa 25 mila euro l’anno, si traduce in un aumento d’imposta di 1.300 euro» . A pesare c’è anche il fatto che la cedolare secca si applica sul lordo, ma un piccolo proprietario ha sulle spalle anche tutti i costi che non può scaricare: fino al 20% di commissioni alle piattaforme; il 10% per le pulizie; il 5-6% per la tassa di soggiorno (in città come Roma o Milano può arrivare a 7 euro a notte) e le utenze e spese varie.
Alla fine resta poco margine e «con una fiscalità così aggressiva, molti rinunceranno del tutto», aggiunge Celani. «Se approvata, questa misura produrrà diminuzione dell’offerta e aumento dei canoni di affitto».
