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Ultime novità sugli Affitti Brevi: tra cedolare secca e imprenditorialità

28 Novembre 2025

Di seguito un aggiornamento rispetto alla questione della modifica alla cedolare secca per gli Affitti Brevi inserita nella Finanziaria che dovrà essere licenziata dal Parlamento entro fine anno.

Come stanno le cose al momento

Al momento ecco l’accordo trovato all’interno della maggioranza: sul primo immobile resta la cedolare secca al 21%, indipendentemente dal fatto che vengano utilizzati portali telematici o intermediari, mentre dal secondo immobile la cedolare secca sale al 26%, come è attualmente.
Dal terzo immobile però l’attività verrà considerata imprenditoriale, con obbligo di Partita Iva.


Cosa ne pensiamo

Il fatto che il Governo al momento sembrerebbe aver compreso che portare al 26% la tassazione per tutti non sia una buona idea è una notizia positiva poiché, come diciamo da tempo, una misura del genere avrebbe avuto effetti recessivi significativi: parliamo di circa mezzo milione di italiani che oggi utilizzano questo strumento e un innalzamento indiscriminato della tassa avrebbe creato problemi rilevanti.

Tuttavia, il tema degli affitti brevi rimane più ampio e riguarda la struttura stessa del mercato immobiliare italiano. I dati demografici, confermati da ogni report Istat, mostrano che il Paese registra ogni anno circa 710.000 abitanti in meno e solo 369.000 nascite; questo significa che tra 300.000 e 350.000 abitazioni si svuotano annualmente. La vera questione è quindi capire se il Governo e gli enti locali considerino le case degli italiani, che rappresentano la principale forma di risparmio delle famiglie, un asset strategico o un problema da gestire, e quindi se si vuole favorire lo sviluppo oppure introdurre normative che penalizzano il settore, fino a spingere i proprietari a disfarsi degli immobili, con conseguente diminuzione del loro valore.

Perché, a dispetto della vulgata nazionale secondo cui i prezzi delle case e degli affitti aumentano, i dati ci dicono che ad esclusione di alcune aree centrali di Milano, Bologna, Firenze e Roma, nel resto del Paese le abitazioni sono spesso vuote, hanno un prezzo d’acquisto inferiore al costo di costruzione e addirittura nella maggior parte del Paese i canoni di locazione a lungo termine non sono sviluppati, perché le case non le vuole affittare nessuno.

Serve dunque una riflessione seria a livello nazionale. Oltre ai Comuni, anche le Regioni si muovono in ordine sparso, introducendo restrizioni sugli affitti brevi che risultano del tutto irrazionali, probabilmente spinte da pressioni della lobby alberghiera, ma che finiscono per danneggiare le comunità locali. L’esempio dell’Emilia-Romagna è emblematico: gli affitti brevi rappresentano lo 0,6% del totale degli immobili, eppure si pensa di limitarli in una Regione che vive di turismo, dove molte abitazioni sono vuote e dove questo strumento consente alle famiglie di integrare il reddito, almeno in alcuni momenti dell’anno.

 

IL SOLE 24 ORE

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Riunione di maggioranza a Palazzo Chigi sul ddl bilancio: «Si è svolta in un clima di grande condivisione» informa una nota in cui si annuncia che «è stata raggiunta un’intesa su alcune questioni ancora aperte». Nel dettaglio: «Si è trovato un accordo sugli affitti brevi, sull’ampliamento dell’esenzione Isee sulla prima casa, sull’articolo 18 riferito ai dividendi, è stata chiarita la possibilità di compensazione anche per i contributi previdenziali delle imprese, e si è discusso delle misure a favore delle forze dell’ordine».

«Siamo tutti d’accordo sulla necessità di cancellare l’aumento dell’aliquota dal 21% al 26% per chi affitta una casa» ha detto il capogruppo di Fi Maurizio Gasparri, al termine del vertice. Per chi “affitta una seconda casa l’aliquota resta invariata rispetto la legislazione vigente”, continua, e invece «si sta ragionando» sul limite a partire dal quale scatterebbe “l’attività di impresa: l’ipotesi in campo è chi sia a partire dal terzo appartamento”. Gasparri spiega poi che come per tutte le altre misure “sarà il Tesoro a valutare nel merito le coperture».

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