Affitti brevi: le strutture extra alberghiere sono la chiave per ripartire dopo il covid
Intervista ai fondatori dell’ Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi
Autore: floriana liuni
Una crisi può essere il momento favorevole per accendere i riflettori su nuove opportunità. Anche con la crisi covid questo è successo: è stata infatti l’occasione per il settore degli affitti brevi di costituirsi in associazione per poter comunicare alle istituzioni la propria capacità di creare valore per l’economia italiana. Nasce così Aigab, Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi, per iniziativa delle cinque principali imprese sul mercato italiano: Altido, CleanBnB, Italianway, Sweetguest e Wonderful Italy. Su idealista/news le voci degli imprenditori che l’hanno fondata.
“La novità di questa associazione è che per la prima volta siamo riusciti a riunire le realtà imprenditoriali che operano con gli affitti brevi in maniera professionale, – osserva Marco Celani, presidente di Aigab e Ad di Italianway. “Attraverso questo strumento possiamo dare alle istituzioni un modo per monitorare il mercato e per far emergere il sommerso, ma allo stesso tempo anche agli imprenditori il mezzo per emergere e affermare il proprio ruolo di operatori professionali attraverso la creazione di una rete importante. Accanto agli operatori privati esiste infatti in Italia un gran numero di operatori locali che hanno raggiunto un buon livello professionale, sia quanto a dimensione che quanto a capacità tecnologica e gestionale. Per tutti costoro Aigab può essere un punto di riferimento e di forza per dialogare con le istituzioni”. Cosa che non è così scontata in un settore molto parcellizzato, dal momento che il business degli affitti brevi nasce principalmente come modo per i privati di mettere a reddito seconde case “di troppo”, trasformate in case vacanze o in affitti, brevi e meno brevi, con contratti non sempre al massimo della trasparenza.
“Oltre a creare un organo di rappresentanza, aggiunge il vicepresidente Aigab Michele Ridolfo, Ad di Wonderful Italy, – rappresentiamo anche un importante organo di studio per rilevare i trend di mercato del settore, il che è utile a noi imprenditori per comprendere le strategie da adottare, ma anche alle istituzioni per spiegare quanto valga questo mercato e cosa porti all’economia italiana”.
“Lo scopo dei property manager è sempre stato quello di far pesare di più il nostro settore, – commenta Francesco Zorgno, Ad di CleanBnB e consigliere Aigab, – ma non per porci in contrapposizione con gli albergatori tradizionali, bensì per affermare che esiste anche un tipo di offerta ricettiva diversa, la nostra, che è presente sul mercato in modo importante. L’obbiettivo è costruire un progetto di rilancio del settore turistico italiano che consideri i vantaggi degli affitti brevi anche dal punto di vista strettamente immobiliare. Fino ad ora non abbiamo potuto comunicare tutto questo in maniera forte, adesso è arrivato il momento di farlo, per poter ripartire di slancio dopo questo momento di crisi”.
“La percezione che si ha del settore degli affitti brevi è distorta, – osserva il consigliere Aigab Davide Ravalli, head of M&A di Altido, – e ciò è dovuto alla scarsa conoscenza del settore e del livello di professionalità che invece esiste in questo business. Gli operatori professionali generano volumi importanti di fatturato e di indotto quindi è evidente che non si parla più solo dell’industria del singolo che affitta casa propria in modo non professionale. Aigab si propone di far emergere questa industria e il suo valore, anche per l’erario, facendo sì che chi vuole entrare in questo mercato in modo professionale e nel rispetto delle normative abbia un ente che possa rappresentarlo in modo strutturato”.
La nuova creatura è stata accolta in modo più che positivo, sia da parte dei professionisti, che sentivano l’esigenza di veder riconosciuto il proprio ruolo, sia dal mondo politico parlamentare, in primis dal sottosegretario con delega al turismo Lorenza Bonaccorsi, che intravede in questo nuovo ente un modo per riportare alla luce un business che può diventare un vero fiore all’occhiello dell’economia italiana.
Cosa si potrebbe fare concretamente per aiutare questo processo? “Vanno chiarite le regole e le logiche che possono far emergere il business,- osserva Ravalli, – innanzitutto spiegando alle istituzioni quali logiche e quali trend si creano nel mercato innescando la produzione di valore”.
Secondo Celani la creazione di un quadro normativo chiaro e valido per ogni regione d’Italia è centrale per poter impostare una strategia di crescita. “Occorre una regolamentazione unica di settore, la creazione di un apposito codice Ateco, l’obbligo di un codice per ogni unità abitativa in affitto e in genere il riconoscimento del turismo in appartamento come settore strategico tanto quanto quello in hotel: si tratta infatti di due offerte che non sono concorrenziali ma si completano, rispondendo a due tipi diversi di domanda”.
“In un momento come quello presente si è notato come il modello di business degli affitti brevi possa essere un plus per il turismo, rispondendo ad una domanda di privacy e di flessibilità che si è imposta con la pandemia, – è il parere di Zorgno, secondo cui proprio questo potrà essere il punto di partenza per il rilancio del turismo post-Covid dal momento che ancora a lungo si avrà richiesta di location appartate e sicure per trascorrere i propri periodi di vacanza. “La necessità di modificare anche all’ultimo momento tariffe e modalità di soggiorno, la richiesta di spazi dedicati alle famiglie ma anche per lo smart working o per trascorrere periodi di isolamento fiduciario ormai è all’ordine del giorno. Già durante il primo lockdown abbiamo potuto riscontrare questo cambiamento della domanda: ora siamo pronti a fronteggiarla in maniera strutturata”.
Il settore degli affitti brevi dunque non teme il Covid. Per Zorgno “Il secondo lockdown non ci danneggia più di tanto, dal momento che in questa stagione la domanda turistica era comunque poco dinamica. Adesso abbiamo però modo di rifocalizzarci sugli spostamenti necessari e legati all’emergenza”.
Anche secondo Davide Ravalli l’hospitality non alberghiero sarà il trend più richiesto con la ripresa della domanda turistica. “Con il Covid si è creata una domanda per sistemazioni che permettano maggiore privacy, contatti ridotti con altri ospiti, meno spazi comuni. L’alloggio in affitto breve costituisce quindi strutturalmente una tipologia ricettiva che risponde al trend presente e futuro e potrà consentire al settore turistico di riprendersi velocemente. Per questo è stato importante creare Aigab proprio in questo momento, per poter gestire la ripresa con la maggiore trasparenza possibile”.
Quali trend si profilano nei prossimi mesi per il settore degli affitti brevi? “Nel breve periodo occorre necessariamente rassegnarsi, – è il parere di Ridolfo. – Il lockdown non consente spostamenti quindi potremo approfittare del momento per fare manutenzione nelle abitazioni. Nel medio lungo periodo, tuttavia, ci aspettiamo una ripresa della domanda come e anche più forte di prima. Già quest’estate abbiamo riscontrato che gli ospiti, dopo il lockdown, tornano, e tornano con più voglia. Prevediamo quindi una espansione della richiesta per sistemazioni gestite professionalmente, con sanificazione a norma, privacy e sicurezza. Le città d’arte potrebbero avere maggiori difficoltà di ripresa, ma le località di mare e montagna potrebbero avere una espansione notevole nei prossimi mesi”.
Un trend da sfruttare nel breve periodo è quello dello smart working, da conciliare con la didattica a distanza dei figli. “La locazione breve può venire in aiuto in una situazione come questa, – afferma Ridolfo, – una seconda casa si può affittare a chi abbia esigenza di fare smart working in sicurezza, consentendo anche in questo periodo di mettere a reddito una seconda casa”.
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