Richiesta extralberghiero: ora governo supporti affitti brevi
“ISTAT certifica che la ricettività extralberghiera è stata la prima a ripartire e il settore ha consentito la tenuta della stagione e il raggiungimento di destinazioni finora fuori di circuiti tradizionali più inflazionati. Ciò si spiega con i requisiti considerati prioritari da chi ha viaggiato a partire dal lockdown di primavera: la necessità di mete isolate, il desiderio di non condividere spazi comuni, la mancanza di fiducia nelle sanificazioni effettuate in strutture di grandi dimensioni, i viaggi di prossimità in località raggiungibili con mezzi propri, voglia di garantirsi una soluzione di alloggio seppur temporaneo per riuscire a coniugare lavoro e vacanza”. Lo dice Marco Celani, presidente AIGAB – Associazione Italiana Gestori Affitti Brevi commentando i dati diffusi dall’Istat che parlano di presenze dimezzate negli esercizi ricettivi nei primi nove mesi del 2020 e che di fatto fotografano la tenuta del settore extralberghiero che ha superato quello alberghiero nelle scelte di chi ha viaggiato negli ultimi mesi.
“Come AIGAB – continua Celani – sosteniamo da mesi che l’epidemia ha accelerato trend già in atto: non solo i millennial o i nomadi digitali preferiscono fare vacanze in mete desuete o vivere esperienze nelle città d’arte condividendo alloggi con coetanei studenti o workers, ma anche le famiglie da tempo preferiscono viaggiare affittando case invece che andare in hotel. Altra novità di questo 2020 è che sempre più spesso anche le aziende, spesso su richiesta dei loro stessi dipendenti, prenotano le case come soluzione principe per il business travel. Il 2020 è stata anche l’estate dell’holiday working, un fenomeno che ha consentito a migliaia di famiglie di vivere insieme periodi lunghi in località tipicamente di villeggiatura, lavorando in remoto. Abbiamo ricevuto fino a ottobre inoltrato richieste di prenotazioni con la specifica necessità di lavorare in appartamento in situazioni che hanno consentito una prima destagionalizzazione di zone abituate a chiudere a settembre (Liguria, Puglia, Sicilia)”.
“Ci auguriamo che il Governo – conclude Celani – prenda atto che, anche nel 2021, i gestori che operano professionalmente sul mercato degli affitti brevi, e che noi come AIGAB rappresentiamo, potranno dare un contributo importante nell’accoglienza di turisti stranieri e italiani che si porranno nel solco della sharing economy. È difficile prevedere che il turismo tradizionale faccia ritorno ai volumi del passato troppo in fretta. Alcune stime parlano del 2025 per eguagliare l’anno record che in termini di incoming è stato il 2019. È quindi importante che il Governo stimoli i proprietari di seconde case inutilizzate a metterle a reddito rendendone semplice ed efficiente l’affidamento a operatori specializzati che le promuovano online, nel totale rispetto delle normative, con flussi di denaro tracciati, raccogliendo tassa di soggiorno e versando la cedolare secca. Solo così si potrà sviluppare un’offerta alternativa e complementare a quella degli hotel, in grado di ripopolare i borghi e le località oggi sconosciute, che possono essere promosse sul web con gli strumenti della digital economy. Lo sforzo della promozione deve essere e sarà nelle mani delle imprese. È il nostro mestiere. Lo Stato non sprechi soldi in destination management e si concentri invece nella semplificazione normativa, attività che ricordiamo essere a costo zero”.
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